Un robot può sostituire un barman? Robot bartender, pro e contro
Un robot può sostituire un barman?
Siamo
nel 2019, un secolo fa, che corrisponde a un granello della clessidra nella
vita del nostro pianeta, i nostri antenati venivano spaventati dalla produzione
del primo film sul grande schermo, ritraente una locomotiva a vapore, ad opera
dei fratelli lumiere.
Quante cose sono cambiate in questi pochi anni, la società
si è evoluta con una velocità sconvolgente, ed è proprio la velocità e
l’ottimizzazione dei tempi che sta caratterizzando la nostra epoca, perché si
sa, il tempo è denaro. Tutti i settori stanno lavorando su questo, ad oggi
possiamo ricevere la nostra pizza preferita in pochi minuti e mangiarla comodamente
sul divano di casa, guardando un film scaricato in pochi secondi. Nessuno vuole
più spendere la nuova moneta chiamata “TEMPO”.
Noi ci siamo domandati, ma questo vale davvero per tutti i settori? Le persone sono davvero disposte a rinunciare ad un’esperienza, pur di guadagnare del tempo? Ovviamente il nostro ragionamento è rivolto al settore del beverage ed è quello su cui oggi rifletteremo vedendo i pro e i contro. Ma prima analizziamo questo strumento che promette di farci guadagnare tempo.
Tony, è solo uno dei tanti nomi di questi robot barman,
avete sentito bene, si tratta di veri e propri robot che sono in grado di
replicare un infinito numero di drink inseriti nel loro database.
Il cliente
che si reca davanti al bancone non dovrà fare altro che scegliere il proprio
drink su un tablet e Tony farà il resto, preparando il drink in pochi secondi. Riesce
a preparare fino a 120 drink l’ora, ma stanno lavorando per renderli sempre più
rapidi. Al momento possiamo trovarli nel tipsy bar di Las Vegas
e sulla terrazza con vista Duomo del TownHousehotel di Milano.
Questi robot non
sentono fatica, riescono a memorizzare un numero infinito di drink senza
sbagliare una dose, non hanno una giornata NO, insomma non hanno i difetti che
un bartender umano può accusare.
Vi immaginate un Tony dietro un bancone da
discoteca che riesce a tenere testa a una folla di ragazzi assetati.
Abbiamo citato quest’ultima
perché secondo noi è la massima applicazione a cui questo robot può arrivare. Non
ce ne voglia nessuno, ma si sa che in discoteca per forza di cose bisogna
essere come delle macchine, conta il numero di persone che si riescono a
servire a discapito della qualità, il rapporto umano viene meno ed il confine
tra uomo e macchina viene meno.
Questa però è l’unica
applicazione che ci sentiamo di dare a questo automa. Il bancone è qualcos’altro, non è un semplice luogo dove si ordina un drink, il bancone è un ecosistema, dove si crea un rapporto stretto tra cliente e bartender.Saper consigliare un drink adatto a chi si ha di fronte, in base a suo stato d’animo, in base ai suoi gusti, sono informazioni che si possono reperire solo comunicando. Questi dati vengono poi accumulati nel nostro database (cervello) e per ogni cliente si crea una cartella che ogni volta viene arricchita di nuovi file, fino ad arrivare ad un rapporto molto stretto, questo che abbiamo descritto sembra un processo macchinoso, in realtà solo un uomo può farlo al momento.
Ma oltre al lato del rapporto umano c’è anche l’estro, la creatività,
che caratterizza un bartender, la capacità di intrattenere ed incantare con dei
movimenti e dei dettagli che entusiasmano il cliente e lo spingono a tornare da
lui.
Poi ci sono gli errori, da cui sono nati molti pilastri della miscelazionee anche le richieste strane dei clienti che i bartender sono costretti ad esaudire tirando fuori dei “conigli dal loro shaker” e dando vita anche in questo caso a drink unici.
Quindi il nostro
pensiero è che si deve procedere con il progresso, che può migliorare la vita
di tutti noi, ma ci sono alcuni aspetti e alcuni settori dove l’uomo non può
essere sostituito.
Tornando a prima, la moneta del tempo, gustandoci l’esperienza
dietro il banco bar, come clienti, noi siamo disposti a spenderla e voi?
Abbiamo raccolto anche
delle opinioni tramite la nostra community e tutti sono d’accordo con noi, una
macchina non può sostituire un uomo a meno che non siate disposti a rinunciare
a tutta l’esperienza e diventare voi stessi delle macchine.
Vi ringraziamo per la
lettura
TEAM LELEVICH
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